L’arte della leggerezza

La farfalla vola
senza alcun desiderio
in questo mondo.

Kobayashi Issa

Talvolta basta un haiku per far nascere nella mente tutta una concatenazione di pensieri che porta a riflettere sul proprio vissuto e su quanto attualmente ci circonda. Parte della bellezza di questa forma poetica è proprio la capacità di condensare in poche parole il mondo e lo stato d’animo con cui lo si contempla, comprendendolo proprio nel momento in cui lo si congela in un verso che è moto del cuore. Questo haiku di Issa, pur alludendo ad altre suggestioni, personalmente mi fa riflettere su qualcosa che credo dovrei imparare un po’ di più, nei contesti che permettono di esercitarla, anche se per carattere tenderei a non indugiare molto in questo aspetto della vita. La leggerezza.

Leggerezza non intesa come superficialità o incapacità di prendere sul serio qualcosa, ma come liberazione, anche se momentanea, da quei pesi interni e quelle sovrastrutture che portiamo con noi talvolta troppo spesso, e tramite i quali ci troviamo involontariamente a vedere ed affrontare le situazioni. Nella vita quotidiana siamo chiamati ad esercitare la nostra concentrazione e a mettere in pratica le nostre esperienze per gran parte del tempo: il vivere insieme agli altri e prestare le nostre capacità alla società lo richiede, è un onore e un onere. Ma inevitabilmente nel fare questo non possiamo concederci di svuotare del tutto la mente e rapportarci con quanto abbiamo a che fare come nulla fosse, senza tutto il carico di significati e pensieri che abbiamo imparato ad attribuire a qualcosa.

Tuttavia, vi sono altri momenti della vita in cui sarebbe possibile farlo, in cui sarebbe addirittura istruttivo farlo, perché vi sono situazioni in cui per vivere davvero sino in fondo un’esperienza, per apprezzarla semplicemente per quello che è, sarebbe necessario porvisi dinanzi con leggerezza, a mente e cuore aperti. Senza alcun desiderio, proprio come la farfalla dell’haiku, perché l’inevitabile desiderio di ottenere un qualcosa di cui magari non siamo nemmeno del tutto consapevoli ci accompagna sempre, nostro malgrado, e non ci fa mai godere del tutto quei momenti in cui invece non ci sarebbe proprio nulla a cui pensare.

La leggerezza come stupore e gratitudine per quanto si sta guardando o godendo di per se stesso, come generosità nell’osservare certe situazioni e gli altri esseri umani, senza sentenziare e giudicare con severità quando non ve ne sarebbe motivo. Leggerezza come ristoro e sorriso, come capacità di crearsi un magico magazzino di positività e forza per non lasciarsi sopraffare da quei momenti in cui non possiamo proprio essere leggeri.

Non è facile, soprattutto se per carattere si è sempre con la mente impegnata a rimuginare ed analizzare quanto capita, ma non è impossibile. Talvolta sono proprio le situazioni a richiederti quella leggerezza che non credevi di avere, e a farti tirare una sorta di sospiro di sollievo. Spesso è frammista a quella felicità senza motivo che poi rende tanto preziosi i ricordi che ad essa si accompagnano. Ecco perché, quando ci viene presentata l’occasione, bisognerebbe affidarsi ad una saggia leggerezza, e imparare talvolta a volare senza alcun desiderio in questo mondo.